Davanti ad un mercato estremamente competitivo come quello attuale, questo è indubbiamente un periodo favorevole per affiliarsi, perché le catene internazionali come Accor, Marriott, Best Western, Starwood stanno penetrando il mercato italiano e offrendo un'opportunità di crescita e di espansione anche a strutture di piccole dimensioni.

Non a caso, dal 1991 al 2001 gli alberghi in franchising delle prime 5 catene internazionali sono passati da 9 a 118, con 17.839 camere. Solo per citare qualche dato, oggi la catena Best Western possiede 133 strutture italiane, 17 la Chiose Hotels, 28 il brand Holiday inn.

Tuttavia, in Italia prevale ancora una gestione alberghiera di tipo famigliare e gli albergatori mostrano una certa diffidenza sulle opportunità che derivano dall'affiliazione ad un brand internazionale, temendo che appartenere ad una catena significhi perdere la proprietà e, con essa, il potere manageriale e la propria individualità.

Non è proprio così... L'hotel in franchising, infatti, permette all'albergatore di mantenere la proprietà della struttura e continuare, perciò, ad occuparsi della sua gestione diretta e, allo stesso tempo, di inserirsi in un network nazionale ed internazionale che accresca la propria visibilità sul mercato. Aderire ad una catena permette, inoltre, di migliorare i propri standard qualitativi e avere maggiore potere contrattuale nei confronti di intermediari, agenzie di viaggio e tour operator. Tutto questo porta nel medio-lungo termine ad un incremento dell'occupazione (con la possibilità di destagionalizzare i flussi turistici) e ad acquisire maggiore notorietà e potere sul mercato.

Dall'altro canto aprire un albergo in franchising significa diventare titolare di una struttura del quale si deve rispettare una linea comune della rete: l'insegna, l'arredamento, la merce, i servizi da offrire e soprattutto la politica commerciale.

Ma allora quale scegliere?